FUMETTO: Corto Maltese 6 - Per colpa di un gabbiano

uon salve a tutti quanti,
amici e visitatori dell'aNtRoDeLLoShAmAnO!
Ho inizio una serie di recensioni fumettose su un personaggio che ha fatto la storia del fumetto in Italia e mi permetto di dire, non solo: il Corto Maltese di Hugo Pratt.
La collezione dei numeri di questo fumetto l'ho terminata almeno dieci anni fa ad un Lucca Comics and Games, ma non ho mai terminato di leggerla. Si tratta, per i più curiosi di voi, dell'edizione edita dalla Lizard Edizioni. Avete presente? Copertina completamente bianca, costola rossa nella sua parte terminale. Immagine di copertina piccola e colorata.
Con l’uscita della nuova avventura di Corto Maltese ad ottobre del 2015 (acquistata dal mio fumettaro di fiducia) mi sono deciso,  finalmente, a rileggere tutte le storie di questo fumetto, ed a condividere con voi qualche commento ed impressione.
Le altre recensioni finora proposte, le potete trovare a qui:
  1. Il Segreto di Tristan Bantam
  2. Appuntamento a Bahia 
  3. Samba con Tiro Fisso
  4. Un'aquila nella giungla 
  5. ... e riparleremo dei gentiluomini di fortuna

Parliamo dunque del sesto numero di questa serie: Per colpa di un gabbiano.


Questa nuova avventura di Corto Maltese inizia con l’eroe di Hugo Pratt su una spiaggia nei pressi dell’Honduras Britannico, dietro a degli scogli con qualcuno che gli sta sparando addosso. Non ci viene detto altro. Che ci fa qui? Come è arrivato su questa spiaggia? Chi gli sta sparando? Perché? Tristan e Steiner che fine hanno fatto?

La vicenda di Corto si lega a quella di un gabbiano… il titolo non mente. Questo gabbiano nel tentativo di difendere il proprio nido, poco lontano da dove Corto si è nascosto, lo attacca ripetutamente… tutto questo gli sarà fatale quando un colpo lo raggiunge.
A questo punto la storia ed il suo autore ci presentano un passaggio davvero interessante. Nel delirio onirico in cui cade Corto Maltese, Hugo Pratt, ci presenta immagini di un passato non ancora raccontato ai lettori, ma non solo, anche di un futuro che leggeranno, o forse no. Passaggio davvero bello,


Corto si riprende, ma sembra aver perso la memoria. Non si ricorda del perché è sull’isola. E noi che invece ci speravamo tanto ci venisse rivelato.
Chi gli ha sparato è Soledad Lookarth, una bella ragazza che sembra più che altro una missionaria. Aiutata da un indigeno locale, tale Gesù Maria, tipo schietto, diretto e scorbutico, Soledad porta il capitano Corto presso la  propria casa di Golgotha Point. Qui Corto sembra ricordare qualcosa e chiede alla ragazza se lei sia Soledad Lookarth. Ma lei nega.

Facciamo allora la conoscenza di un vecchio pazzo e di un monaco domenicano che sembrano abitare il posto.

La vicenda ed il mistero iniziano a sbrogliarsi. Corto Maltese sembra essere sulle tracce di tale Giuda Lookarth, un famoso predone delle antille.
Il vecchio pazzo di cui dicevamo poco fa, tanto per stuzzicare la curiosità dei lettori, se ne va in giro domandando a tutti e nessuno in particolare, se qualcuno ha visto proprio Giuda Lookarth. Particolare interessante.


Quello che succede in seguito è rocambolesco. Mentre Corto e Gesù Maria stanno chiarendo alcune incomprensioni a suon di cazzotti, si ode uno sparo e la casa prende fuoco. Corto salva Soledad dalle fiamme e da un damerino incravattato, mentre il vecchio pazzo viene trovato morto. Soledad racconterà a Corto tutta la storia mentre una nave della polizia si sta avvicinando all’isola, forse attratta dal fumo dell’incendio.

Non vi dico altro sulla trama, altrimenti vi rovinerei il finale di questa breve ma intricata faccenda. Vi posso però raccontare questo: Steiner è con la polizia che arriva e dice a Corto che lo stanno cercando da una settimana e che Tristan è partito per l’Inghilterra.

Corto non ricorda del perché fosse lì, ed alle domande della polizia in merito al vecchio trovato morto ed al cadavere all’interno della casa chiude quest’’avventura dicendo “Io non ricordo nulla, l’unico che conosce tutti i particolari di questa vicenda è quel gabbiano laggiù”. Grandissimo finale. Che come in un circolo sciamanico ci riporta all’inizio di tutta questa faccenda.

Vi segnalo un’altra delle particolarità che caratterizzano quest’opera del maestro Hugo Pratt: i baloon. Imprevedibili, poco ordinati, dalle forme stravaganti ed improbabili, sembra vogliano riempire la vignetta avvolgendo, a volte, i personaggi. Quasi a testimonianza che quelle parole sono i personaggi, proprio come lo sono i disegni che ce ne raccontano l’aspetto esteriore.

Ed ora, come sempre, vi saluto...

...al prossimo incontro!
LoShAmAnO
 

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