FUMETTO: Corto Maltese 14 - Sotto la bandiera dell'oro

Buon salve a tutti quanti,
amici e visitatori dell'aNtRoDeLLoShAmAnO!
Ho inizio una serie di recensioni fumettose su un personaggio che ha fatto la storia del fumetto in Italia e mi permetto di dire, non solo: il Corto Maltese di Hugo Pratt.
La collezione dei numeri di questo fumetto l'ho terminata almeno dieci anni fa ad un Lucca Comics and Games, ma non ho mai terminato di leggerla. Si tratta, per i più curiosi di voi, dell'edizione edita dalla Lizard Edizioni. Avete presente? Copertina completamente bianca, costola rossa nella sua parte terminale. Immagine di copertina piccola e colorata.
Con l’uscita della nuova avventura di Corto Maltese ad ottobre del 2015 (acquistata dal mio fumettaro di fiducia) mi sono deciso,  finalmente, a rileggere tutte le storie di questo fumetto, ed a condividere con voi qualche commento ed impressione.
Le altre recensioni finora proposte, le potete trovare a qui:
  1. Il Segreto di Tristan Bantam
  2. Appuntamento a Bahia 
  3. Samba con Tiro Fisso
  4. Un'aquila nella giungla 
  5. ... e riparleremo dei gentiluomini di fortuna
  6.  Per colpa di un gabbiamo
  7. Teste e funghi 
  8.  La conga delle banane  
  9.  Vudù per il presidente 
  10. Una ballata del mare salato 
  11.  La laguna dei bei sogni
  12. Nonni e fiabe
  13. L'angelo della finestra d'oriente
Parliamo dunque del quattordicesimo numero di questa serie: sotto la bandiera dell'oro




Storia davvero particolare questa, sotto diversi aspetti. Il primo che segnalo è l’ambientazione. Se fino a questo numero la guerra aveva fatto da sfondo, ma in maniera più o meno marginale, ad alcune storie, in questo entra con prepotenza e diventa la protagonista. Altro aspetto da segnalare è che non ci troviamo più in qualche isola dell’oceano o in mare, ma siamo sul fronte di guerra, in Italia. Cosa dire poi del fatto che Corto Maltese comparirà solo alla fine dell’avventura? In ogni caso la sua presenza è richiamata da brevi accenni in vari dialoghi che fanno riferimento ad un fantomatico “pirata”.


Coloro che dovrebbero essere nemici (secondo le differenze che la guerra vorrebbe imporre), si uniscono ed agiscono per un unico scopo comune (che in un mondo ideale e magari supereroistico, sarebbe la pace, la salvezza del mondo etc. qui, Hugo Pratt, trova qualcosa di molto più concreto che riesce a parlare alla pancia dell’uomo come null'altra cosa al mondo): l'oro!

La vicenda prende il via con un austriaco di vedetta su una postazione aerostatica che segnala informazioni fasulle ai propri commilitoni, mentre manda un messaggio segreto a quelli che dovrebbero essere i propri avversari (scozzesi, francesi e americani). Anche se il lettore non sa il perché di tutto questo, ovviamente si ha subito la netta sensazione che qualcosa stia bollendo in pentola.

L’abilità narrativa di Pratt ci porterà a scoprire tutto quanto, ma bisogna avere pazienza e continuare nella lettura.

La vicenda infatti si complica subito per il nostro austriaco, in quanto il suo doppio gioco viene scoperto.

Da alcuni dialoghi iniziamo a scoprire cosa lega questi nemici tra loro e cosa li sta portando ad agire tutti insieme. Si tratta ovviamente, come anticipato prima,  dell’oro. Il pirata ha infatti messo tutti d’accordo proponendo loro di recuperare l’oro di Nikita, re del Montenegro, che lo abbandonò in una chiesetta di un paesino (che ora si trova proprio sulla linea del fronte) durante la sua fuga dai Balcani.

Tutto è stato studiato e preparato a dovere: gli scozzesi sono stati incaricati di entrare nel paesino e dissotterrare il tesoro, i francesi recuperano, con una loro camionetta gli scozzesi (che intanto hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con una squadra di Ulani austriaci che si trovavano nel villaggio per caso).
La vedetta austriaca, vistosi scoperto, sgancia il pallone aerostatico da terra, per lasciarsi trasportare dal vento e perdendo quota, raggiungere il suolo. Prima di portare a termine il suo piano però viene abbattuto da un aereo austriaco, ma si salva, e viene recuperato da un’ambulanza degli americani.

Prima di schiantarsi, però, attraverso le parole dell’austriaco, Pratt ci regala un suo pensiero sul tempo che passa e sulla guerra.

Proprio sul finale della storia compare Corto Maltese. Comodamente seduto su una sedia sul ponte della nave greca che sta recuperando tutta l’allegra combricola Corto spiega al lettore ed ai suoi soci, da dove abbia preso inizio tutta quella storia.

Ovviamente non svelo nulla sul finale (o l’inizio, dipende da come preferite vederla) di questa storia. Mi prendo solo più la briga di segnalare il pensiero di Corto Maltese che conclude la vicenda. Si tratta di un pensiero che Pratt riserva per la guerra in trincea e fa dire a Corto “…questo genere di guerra non la capisco… una guerra di rivoluzione, sì, forse, ma non questa…

...al prossimo incontro!
LoShAmAnO 

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