FUMETTO: Nathan Never 305 - Il viandante

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Se siete qui è perchè sapete che in questo antro digitale si raccontano storie, si custodiscono storie. Storie di ogni genere. Oggi vorrei parlarvi di una storia a fumetti. Oggi vi vorrei raccontare di...

Nathan Never 305
“Il viandante”



Soggetto e sceneggiatura: Riccardo Secchi
Disegni: Ivan Calcaterra
Copertina: Sergio Giardo
Lettering: Alessandra Belletti

Come sempre, cerco di partire, per condividere con voi qualche nota su questa storia, dalla copertina. A me è piaciuta molto, sia nello studio e nella posizione dei personaggi, con Kwai Chen che sovrasta Nathan Never, sia nella scelta dei colori, che rendono freddo e glaciale Kwai Chen. Mettiamola così, già dalla copertina si può intuire qualche cosa della storia stessa; ed in fondo, non è questo il fine ultimo di una copertina?


A questo punto credo si debba fare un doveroso passo indietro per inquadrare questa storia. Abbiamo appena terminato (?), con il numero 304, la sottotrama riguardante Omega che i tre papà di Nathan Never, proprio loro, hanno voluto scrivere per chiudere alcuni discorsi lasciati aperti. Nel finale di questa piccola grande saga, che personalmente mi ha stupito e non poco, troviamo  l’introduzione degli Eterni (omaggio a Jack Kirby) e la morte del Nathan Never che conoscevamo con l’inizio di una nuova realtà parallela. Insomma, quello che troviamo in questa storia è Nathan Never e non lo è al contempo (sembra quasi un implicito riferimento all’uomo quantico, fondamentale nella saga appena citata).


Partendo da queste note mi preme dirvi che mi aspettavo una storia tutta arti marziali e scazzottate, ed invece, in pieno accordo con quanto detto, mi sono ritrovato per le mani una storia intimista, una storia in cui un Nathan Never che sembra essere quasi bloccato, sta cercando se stesso.

Questa storia è solo la prima di due e pone delle solide basi per quello che leggeremo nel prossimo numero.


Una storia in cui il tema del viandante lo troviamo in Kwai Chen, maestro di Nathan Never presso il monastero Shaoling, che compie due insensate stragi, camminando e girovagando per il settore orientale. Lo ritroviamo nel nome della tecnica di uccisione utilizzata da Kwai Chen. Lo ritroviamo nella stessa figura di Nathan Never, che cammina interiormente alla ricerca di quel se stesso che sembra smarrito (morto sulla terra di una realtà parallela). Il suo rapporto con la sua nuova frequentazione è bloccato dal suo mutismo, la sua ricerca interiore, generata da non poca confusione, viene sottolineata anche dall’accettare e poi abbandonare il caso per poi aiutare Brakko a portarlo avanti.


Lo stesso Kwai Chen, quando incontra Nathan Never, lo definisce vuoto.

Riccardo Secchi ci consegna davvero una bella storia di formazione, in cui, ancora una volta, l’avventura è più interiore che esteriore (sebbene l’azione non manchi mai in Nathan Never, non fraintendetemi), lo sottolineano anche le molte pagine piene di baloon dedicate a dialoghi o pensieri.

Grazie poi al rapporto molto forte che lega Kwai Chen e Nathan, ci tuffiamo ancora una volta nel difficile passato dell’eroe, o almeno in alcune sue periodi.


In merito ai disegni, devo dire, che ho apprezzato molto la scelta di Ivan Calcaterra, le sue vignette molto dettagliate, molto ricche, piene (sono davvero poche quelle in cui lo sfondo e l’ambiente circostante non sono caratterizzati e dettagliati), si associano bene, anche per contrapposizione, allo stato d’animo del personaggio (per l’appunto, pieno, ma un pieno esagerato, quasi sovraccarico e per questo diseguilibrato).


Ed ora i saluti finali, solo per darvi appuntamento alla prossima storia e...

...al prossimo incontro!
LoShAmAnO
 

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